Spesso si pensa allo stress come a una malattia, a una forma d’ansia, a un qualcosa di disturbante. Secondo la letteratura, lo stress è una modalità fisiologica di adattamento dell’individuo alle richieste ambientali, e non è quindi necessariamente qualcosa di negativo.
Occorre infatti distinguere tra distress e eustress .
Il distress (o stress negativo), è caratterizzato da una discrepanza tra le richieste ambientali e le capacità della persona di fronteggiarle, richieste che sono eccessive o troppo scarse. In entrambi i casi, infatti, lo stress assume connotazione negativa perché l’individuo tende a sentirsi o troppo stimolato (con conseguente sensazione di sovraccarico e affaticamento) o troppo poco stimolato (una condizione di sofferenza e mortificazione) vedendo minato il proprio benessere psico-fisico. Quello che comunemente chiamiamo lo stress è quindi il distress.
Esiste poi l’ eustress (o stress positivo), in cui l’individuo è in grado di fronteggiare le richieste ambientali. L’eustress, infatti, rappresenta una sorta di perturbazione positiva, che ci spinge all’azione e a imparare dall’esperienza e dall’esperire. Che ci permette di valorizzare le nostre risorse e competenze senza appesantirci, piuttosto permettendoci di sentirci attivi e vitali. Si tratta, quindi, di una “condizione stimolante”, che permette alla persona di attivarsi, senza sovraccarico, e di provare padronanza e appagamento. L’eustress permette quindi alla nostra persona di emergere.
Questa differenza è importante, perché dovrebbe far riflettere sul livello di eustress che sentiamo ogni giorno nella nostra vita . In teoria, in famiglia, nell’ambiente di lavoro, nello sport e nel tempo libero, per ‘dare il massimo’, dovremmo essere nelle condizioni di eustress. Quando le richieste esterne superano le nostre risorse o le svalutano…ecco, in quel caso non possiamo essere né valorizzati, né, quindi, produttivi. Ogni ambiente di vita dovrebbe essere organizzato in modo tale da favorire condizioni di eustress. Questo ha infatti conseguenze positive a livello psicologico (senso di efficacia personale, autorealizzazione), che a livello sociale e, nel caso del contesto di lavoro, anche a livello produttivo.
“Lo stress è come una spezia. Nella giusta proporzione esalta il sapore di un piatto. Troppo poca produce un blando, noioso pasto. Troppa può soffocarlo” (Donald Tubesing)